venerdì 18 luglio 2014

Le favole

E' quasi obbligo per questo percorso, passare ora all'argomento Favole, visto che in queste ultime tre pagine, accanto alle poesie, ci sono alcune favole. Avevo già accennato a quella collettiva intitolata “L'orso Bigiobravo”.

Molti educatori e teorici della didattica, - Gianni Rodari in testa – hanno messo l'accento sull'importanza di servirsi delle favole, non solo come letture interpretazioni o recitazione, ma soprattutto come invenzione, creazione, esercizio della fantasia.


Basta partire quasi per gioco per accorgersi della potenza di questo filone educativo.
Potenza linguistica, perché anche i più lenti si lanciano in lunghi racconti, senza preoccuparsi troppo dell'ortografia o della punteggiatura. Sanno che vi si   rimedierà dopo, al momento della messa a punto o correzione. Infatti ho sempre suggerito di buttare giù una prima stesura, senza preoccuparsi troppo dell'ortografia o della punteggiatura.  Perché il momento della invenzione ha bisogno di correre, la fantasia va tradotta sulla carta in fretta, prima che se ne fugga o perda colore. Dopo ci si torna sopra, ognuno fa una prima autocorrezione, qualcuno ricorre alla collaborazione di un compagno o compagna e da ultimo, al momento della scelta per la pubblicazione sul giornalino, c'è l'insegnante che, a tu per tu o insieme alla classe, dirige la messa a punto finale.

Senza Paura Prima elementare., pag. 5 (Monica, Fabio Rossella)

Debbo raccontare che il ragazzo dislessico ha scritto favole lunghissime e interessanti, che mi hanno costretta a lunghi colloqui interpretativi, perché la maggioranza delle sue parole erano incomprensibili, con tutte quelle pi scritte come bi quelle effe scritte come elle e tanto altro. Con i miei “leggilo o dimmelo a voce” alla fine anche le sue favole, frutto di una vivace intelligenza e spirito di osservazione, potevano diventare intellegibili anche per gli altri e degne del giusto apprezzamento dalle pagine del giornalino.

Non vi dirò il nome dello scolaro dislessico, ma sappiate che tra le favole più articolate e interessanti ci sono le sue.

Se con le favole i ragazzi imparano ad usare la scrittura, con le favole svelano anche psicologia, drammi e condizionamenti. Uno psicologo o uno strizza cervelli vi avrebbe tratto precisi profili di personalità. A me insegnante, non esperta di queste arti così impalpabili, le favole dei ragazzi mi hanno aiutato a capirli meglio, e perciò a precisare e correggere il mio percorso di lavoro tendente alla  formazione  delle loro abilità e competenze.

 


Da N. Speciale “Favole” pag. 29 (L'albero, la lepre il grillo Barbara Franco Sabrina Liliana) pag. 27 ( la papera... Miciobello – Franco Liliana) Pag. 32 - (Stefano Sabrina sogni da grandi)
 
Si vedrà che per alcune favole mi sono servita dei suggerimenti di Rodari. Quando i ragazzi volevano buttarsi a inventare ma erano alla ricerca di uno spunto, ho offerto i famosi bigliettini con  i  personaggi, cioè animali, piante o luoghi, che sorteggiati o scelti dovevano essere inseriti nella storia. Lì la fantasia ha dovuto seguire delle tracce obbligate. Ne sono uscite scenette surreali a volte gustose e sempre gratificanti per gli autori.



Da Senza paura n.6 classe quarta, pag.70 (Massimiliano, Stefania, Alessandro). Pag. 74 (scrivere a macchina Stefania e due filastrocche di Barbara e Eleonora)






Da Letterona n 1 aprile 1982, pag.25 (Stefano e Francesco a dialogo scenetta)  pag.26 (Marco e Romina) pag. 27 (Marco e Simona); pag. 30 (Fabrizio e Nicoletta), pag. 32 (Marianna e Fabio)