mercoledì 2 luglio 2014

1.1.2. Le statistiche e i numeri in seconda classe

In seconda elementare, gli stessi ragazzi, in novembre riflettono su se stessi. Chi siamo, cosa facciamo, come siamo: occhi azzurri, occhi non azzurri, i fratelli e le sorelle (pag. 4) e i mesi in cui siamo nati (pag.5).







Nell'altro numero del giornalino quaderno della classe, uscito in aprile, ci sono altre scoperte.

Anche il cielo e l'aria nascondono dei numeri e dei calcoli. Rilevazioni sul tempo in cinque mesi.  Possiamo concludere che siamo stati fortunati perché in cinque mesi abbiamo avuto 66 giorni di sole e soltanto 4 di temporale, 6 di pioggia e 7 di poca pioggia.


Tutti questi numeri, però, vanno raccolti giorno per giorno e conservati per poterli poi confrontare. La raccolta va fatta regolarmente dai ragazzi stessi.  Ecco che compare la tabella dei servizi a turno, che prima è stata un po' il rompicapo dell'insegnante e che ora i ragazzi sono in grado di preparare da soli e poi interpretare come promemoria e naturalmente mettere in pratica.

Più avanti i servizi a turno saranno programmati in numero uguale alle coppie degli scolari.  In quel modo ogni settimana i turni cambiano, ed è bene che cambino, perché ci sono dei turni più amati e dei turni meno amati.


 
Più avanti, in aprile i ragazzi osservano il clima, fanno il controllo di cassa e fanno da soli le tabelle quindicinali dei servizi a turno.

 
Ci sono anche le gite e Sabrina è stata in Toscana in macchina. Così si entra in confidenza coi chilometri e le cifre del contachilometri. Si va anche al mercato, si aiuta la mamma a fare le castagnole di carnevale


 
Ci sono poi anche i multipli, le frazioni e i numeri negativi. E le “macchine” per calcolare. Difficili da spiegare in seconda elementare? Basta farsi alla realtà, alla esperienza vissuta. I dialoghi e le scenette di partenza nascono prima a voce, con un racconto o una esperienza individuale, si discute in classe con la partecipazione di tutti, poi vi si mette ordine scrivendoli nei quaderni con i nomi dei protagonisti, in modo poi di farne una lettura recitata, cioè ognuno legge se stesso. Poi alla lavagna si fa il grafico, la tabella e il calcolo, cioè la risoluzione. 

Si può affrontare anche il concetto di multiplo? E' più facile se si prepara insieme la tabella, come è raccontato a pagina 32 dove è riassunto il dialogo di quella esperienza.


Le mattonelle di “plasmolegno”, una specie di pongo che avevamo scelto per modellare ci danno modo di affrontare l'argomento “frazione”, cioè fare le parti. Anche le frazioni, come i numeri, sono dappertutto nella nostra vita ed anche nella esperienza dei bambini. La metà, un quarto li incontrano sempre. Resta solo da fare il passo formale della scrittura in forma di frazione.


Sempre in seconda si affronta il mistero dei numeri negativi.
Non è difficile. I calcoli a voce sono molto amati dai ragazzi che alzano la mano per la risposta. Basta buttare là in mezzo un 3 meno 5. Qualcuno capovolge le cifre e dice 2. La maestra ripete 3 meno 5. Qualcuno sorride e dice “maestra ti sei sbagliata, non si può fare”.

Allora andiamo con la fantasia in negozio. “Mamma ti dà 3 monete da cento lire per comprare il giornaletto di Topolino, ma quella settimana Topolino è uscito in numero speciale doppio e costa 5 monete da cento. Tu dici che ne hai soltanto 3. Ma il giornalaio, che ti conosce, dice che non importa, perché le altre 2 monete che mancano gliele porterai domani. Allora quel 2 cosa è?” “ E' il debito!” Ma per scriverlo in modo che si capisca che è debito, come possiamo fare?”
Ecco che si passa a disegnare la linea dei numeri. I numeri sotto zero, cioè i numeri negativi si scrivono con il segno meno davanti.


Nelle pagine seguenti 32 bis e 35 vengono introdotti i simboli di uguale maggiore e minore



Le frecce che vanno avanti e indietro nelle macchine per aggiungere e togliere e nel calcolo con i numeri negativi diventano un gioco, comprese quelle per dividere e moltiplicare. una specie di avanti e indietro, di guadagni e debiti che i ragazzi stessi si mettono di impegno addirittura ad inventare.